Parlare di "nei prossimi vent'anni" di questi tempi è un eternità, visto il ritmo dei cambiamenti che ci sono.... preoccuparsi di anno in anno per me basta e avanza
Cmq...battute a parte
Non è solo una questione di duri e puri che non ci sono più.
E' mancata la continuità
Ci sono delle zone dove la pesca e la caccia ancora vengono tramandate
Manca la passione (che spesso è troppo blanda) e chi te la dovrebbe attaccare e chi ti guida o non c'è propio di fatto o non è all'altezza di farlo bene perchè a sua volta manca di esperienza.
E' questo in virtù propio di quel black out di pescatori che partì negli anni 70 e che è continuato fino ad oggi
Qualche ragazzo giovane si vede sul fiume, che fa ben sperare, però si nota subito che sono pescatori che purtroppo all'inizio (che è il momento che conta di più) si sono dovuti arrangiare quasi da soli o svezzati da altri che come loro sono nati in due o tre anni su internet o nei negozi di pesca.
Gli manca la primissima gavetta perchè troppi di quelli che gliela dovevano fare hanno mollato da un pezzo.
Li riconosci perchè o ti chiedono della canna che hai, quanto l'hai pagata o al massimo, quando va bene, della lenza che usi, per poi copiartela e fare passate su passate una dietro l'altra senza sapere cosa stanno facendo.
Ci fosse uno che prima di mettere piede in acqua ti domanda come o dove mangia il pesce
Poi ognuno ha il suo carattere e la sua storia
Io sarei un pessimo maestro di pesca perchè ho fatto un percorso un po' sbagliato e alla fine sono entrato in quest'ottica e ci sono rimasto.
Quando iniziai ebbi come maestro mio fratello più grande di me di 19 anni
Lui lo ringrazierò sempre per la passione che mi ha trasmesso e per le basi che mi ha dato
Le basi però furono abbastanza minimali, il resto dovetti impararlo da solo, lui mi portava spesso a pescare ma accese quasi solo la miccia.
Era un bravo pescatore ( dico era perchè ha smesso da un pezzo quando vide che me la cavavo da solo) ma anche lui non era un maestro di pesca molto disponibile.....non dettagliava le cose nei minimi particolari come uno si aspetterebbe.
Anch'io, come l'esempio sopra di qualche ragazzotto che incontro oggi, gli chiedevo, tra le tante altre cose, sulle lenze e lui non mi rispondeva mai.
All'inizio la lenza me la preparava lui, smoccolando magari quando ingarbugliavo
, poi da un certo momento in poi smise e mi disse che me le dovevo fare da solo senza spiegarmi nulla.
Un giorno dopo l'ennesima domanda su queste benedette lenze e su tante altre cose che mi incuriosivano mi prese da una parte e mi disse a brutto muso: "ti piace veramente pescare?"
E io un po' intimorito gli risposi di si ovviamente.
Allora lui mi disse queste parole: "se ti piace veramente pescare, se hai questa passione forte dentro, io non ti devo spiegare nulla, ti devi sforzare di imparare le cose da solo, ti devi sforzare di osservare il fiume, di capire quello che fanno i pesci e di capire quello che devi fare te per prenderli"
E io lo presi in parola, ma me lo disse talmente bene che io lo presi addirittura troppo alla lettera, e così ho sempre cercato di fare.
Fece l'errore di dimenticarsi di dirmi di fare tesoro delle esperienze degli altri e di osservare anche qualche bravo pescatore ogni tanto
Questo metodo di fare tutto da soli e di non prendere troppo spunto dagli altri ovviamente ha dei difetti e dei limiti enormi e ti rallenta molto nella crescita personale ma ha un piccolo pregio.
Il pregio è quello di crearsi una sensibilità e un modo propio e originale di pescare e di vedere le cose.
Certamente uno che si pone umilmente con gli altri e chiede,si informa, che valuta e fa le sue prove arriverà sempre prima e non perderà anni come ho fatto io col mio metodo.
Io ho sempre fatto poche domande e ho sempre guardato poco a quello che facevano gli altri, per potermi concentrare di più su quello che avevo davanti e su quello che dovevo fare io.
Ho letto centinaia di riviste, ma solo perchè mi dava enorme piacere farlo, prendevo pochissimi spunti, alcuni è probabile che li prendevo involontariamente a forsa di leggerli
Ho scopiazzato pari pari e messo in pratica pochissimo di quello ho letto....perchè ho sempre avuto la stupida presunzione di trovare qualcosa di meglio o in qualche caso di averlo già per le mani
Ho sempre cercato di dare un tocco personale a quello che leggevo.
O di sbatterci la testa per anni fino a frantumarmela e darmi dell'idiota
La prima volta che vidi un articolo di Mario Molinari che suggeriva di innescare il bigatto in mezzo di traverso e lasciarlo a penzoloni con l'amo tutto scoperto risi per una settimana pensando ad un pesce che sarebbe caduto su quell'innesco.
Mica lo provai
L'amo andava nascosto e punto
Mi ci sono voluti forse più di 15 anni per capire che invece aveva ragione.
Me lo ribadì un amico che quel giorno mi fece nero coi pesci e cambiò un po' il mio modo di vedere le cose.....e cioè che avrei dovuto fare lo sforzo di essere un pochino più umile nei confronti di chi mi poteva insegnare qualcosa.
Però quel pochissimo che ho imparato da solo sul fiume, sui pesci e sulla pesca faccio fatica a trasmetterlo agli altri per il principio detto sopra e cioè che se hai veramente passione prima di affidarti agli altri devi ragionare prima con la tua testa.
Lo vedo come una specie di egoismo giustificato
Secondo me non è giusto che l'esperienza, quella più intima e personale del singolo sia messa a disposizione di tutti indistintamente perchè rischia di andare in mano a chi non ha la vera passione ma ha quella "blanda" del mezzo pescatore che aspetta sempre la pappa scodellata e i consigli degli altri senza sforzarsi di provare ad arrivarci prima da solo.
Visto che la pesca è più un piacere o un divertimento piuttosto che un punto di arrivo, perchè togliersi il gusto di farsi le propie esperienze senza guardare sempre a quello che fanno gli altri?